E’ obbligatorio: “il taglio della vegetazione incolta; il taglio di siepi e rami che sporgono sul territorio pubblico; il taglio degli arbusti e delle sterpaglie cresciute anche impropriamente nei terreni incolti in prossimità di strade comunali e Vicinali o prospicienti spazi e aree pubbliche“.
E’ inoltre vietato: “lasciare in deposito sui terreni materiali o residui di carcasse di macchine e materiale di qualsiasi natura che possa immettere sul terreno sostanze nocive o comunque estranee alla natura del terreno stesso e tali che possano diffondersi in superficie o infiltrarsi nel sottosuolo provocando inquinamento momentaneo o duraturo; lasciare in deposito sui terreni materiale di qualsiasi natura, ammucchiato o affastellato tale da poter divenire rifugio di animali potenzialmente portatori di malattie nei confronti dell’uomo quali ratti, cani o gatti randagi ed altri“.
I trasgressori di tale ordinanza saranno puniti con un’ammenda che va dai 25€ ai 500.00€. Il comune potrà inoltre intervenire per sanare situazioni di pericolo, rivalendosi nei confronti dei privati, per le spese anticipate e le eventuali responsabilità penali.
Verrebbe da dire che ancora una volta “si predica bene e si razzola male”. Certo, perchè chi fa la norma è paradossalmente il primo a non rispettarla. Molte delle situazioni di pericolo e di abbandono presenti sul territorio non sono, il più delle volte, imputabili ai privati, ma proprio alla miope gestione pubblica. Basti ricordare le forti critiche suscitate gli scorsi mesi, dalla situazione di degrado in cui versavano alcune aree cittadine (post1, post2). Da allora molto è cambiato, ma tanto c’è ancora da fare.
Al di là della sottile polemica, che trova dimensione non solo locale ma nazionale, prendere provvedimenti nei confronti di chi lascia all’abbandono il verde di cui è proprietario, creando situazioni di pericolo per i più, è un atto dovuto, non solo ai fini della sicurezza e del decoro pubblici, ma della civile e quotidiana convivenza.