E’ dura. Lo ammetto. Il Corona virus ci ha colti di sorpresa. Nonostante le tante immagini che giungevano dalla Cina, in pochi si erano posti il problema di cosa stesse accadendo. Nessuno poteva immaginare che i prossimi a fare i conti con chiusure e quarantena saremmo stati proprio noi.
Eppure se tutto ha un senso in questo mondo e poco o nulla accade per caso, qualche segnale forse l’abbiamo avuto. Almeno noi san sebastianesi. Non accadeva da tempo infatti che la processione del nostro Santo Patrono (video) si interrompesse così all’improvviso per una pioggia che anzicchè ridursi, come le previsioni meteo suggerivano, si inasprisse sempre più.
Una giornata mesta quella del 26 gennaio, se ricordate. Di festa sì, ma malinconica ed incerta. Una pioggia prima lieve, poi sempre più battente, costringeva i portatori a rifugiarsi nel Convento delle Suore Veroline. Lì si metteva al riparo il simulacro del nostro Santo Patrono, coperto nell’ultimo tratto con un telo di plastica trasparente (video), per poi ricondurlo in chiesa. Il Cardinale Sepe, contattato da Padre Enzo Cozzolino, disponeva infatti saggiamente di interrompere la funzione religiosa, considerando che le avverse condizioni metereologiche non accennavano ad alcun miglioramento.
La statua lignea di San Sebastiano veniva così ricondotta sul suo basamento nell’omonimo Santuario di via Roma. La veste, fradicia, asciugata, gli ornamenti rimossi e custoditi. “La processione si concluderà l’ultima domenica di maggio” annunciava padre Enzo dall’altare prima di salutare i tanti cittadini accorsi nonostante il cattivo tempo.
Non è mia intenzione stimolare un certo tipo di riflessioni mistiche. Volevo tuttavia condividere con voi un pensiero di prima mattina. Che io ricordi non era mai accaduta una cosa del genere, al più si era rinviata la processione direttamente a maggio. Certo, è molto probabile, considerando che la festività cade nel mese di gennaio, fare i conti con condizioni metereologiche avverse, non bisogna stupirsi più di tanto. Tuttavia, alla luce anche di quanto sta succedendo, mi piace pensare che quelle lacrime, cadute ininterrottamente, non fossero di un pianto insensato, ma un segno premonitore. Mai come quest’anno è necessario un secondo appuntamento col Santo per le vie del nostro Paese.
Insomma la processione si concluderà proprio quando si spera sia tutto finito. Ed allora per riprenderci da questi mesi di angosce e preoccupazioni, e forse per metabolizzare i tanti cambiamenti di abitudini e stili di vita cui saremo costretti, sarà molto importante, l’ultima domenica di maggio, assistere il nostro San Sebastiano lungo il cammino che compirà, per la seconda volta quest’anno, nella sua terra.
Di nuovo un messaggio di pace e speranza pervaderà le strade del nostro vissuto. Quelle pendici che appartengono al Vesuvio ed al Santo, che ci regalano emozioni e preoccupazioni ed accompagnano lentamente lo guardo verso il mare. Quello bello, azzurro ed immutabile, che bagna Napoli e la sua costa e che molti di noi hanno la fortuna di ammirare ogni giorno. Soprattutto in questi giorni. Capace di regalare sorrisi ed accendere sogni, anche quando le mura domestiche fanno da gabbia e si vorrebbe solo correre altrove.
Andrà tutto bene!
G.C.