Potrebbe essere una domenica come le altre, da passare in famiglia recuperando vecchie memorie e recenti episodi di cronaca, in compagnia, magari, di un buon vino. Ad un tratto però alle 14.50 il suono squillante della campana magna richiama l’attenzione a ciò che accade in chiesa. Le nubi dense, ma per niente minacciose, indicano senza alcun dubbio che la processione di San Sebastiano si terrà. L’uscita del Santo è prevista alle 15.30. Ci sono quasi 10 km da percorrere: considerando le pause e le ripide salite, non si ritornerà in chiesa prima delle 21. Lasciamo il pranzo a metà, dopo un abbondante antipasto ed un’energica fetta di lasagna, per correre verso via Roma.
La statua di San Sebastiano giace alla destra dell’altare ben inperniata sul solido basamento dorato. La scelta di Padre Enzo di lasciare il Santo tra i fedeli, evitando di issarne il simulacro alla sommità dell’altare, ha fatto si che in molti potessero, nei giorni precedenti, recarsi in chiesa per pregarlo e viverne il contatto diretto, senza barriera alcuna. Quando arriviamo, i portatori sono disposti intorno alla statua per la foto di rito. A cercare di disporli nel migliore dei modi è Armando che ad un certo punto rassegnato scrolla le spalle e sorride. Quest’anno c’è una bella novità: ad affiancare i giovani e meno giovani accollatori, alcune concittadine vestire per l’occasione con la maglia d’ordinanza rosso porpora; la spillina del Santo appuntatta ben in vista sul petto.
E’ la volta dei bambini che numerosi si dispongono anch’essi in attesa della foto ricordo che da lì a poco li immortalerà tra la folla di una chiesa gremita.
Padre Enzo, intanto, dà le ultime disposizioni invitando i fedeli a portarsi all’esterno del Santuario, sul marciapiede antistante il vecchio municipio, lasciando libere le scale. Tutto è pronto. Un’ ultima benedizione ed il basamento in legno massello è issato dalle forti braccia dei portatori. Viva San Sebastiano, urlano i fedeli non appena la statua varca la soglia della chiesa. Le colombe liberate dalle ceste bianche di vimini si allontanano veloci, anticipando di poco i palloncini rossi che Felice lascia volare via. E’ un bagno di folla. Portatori e portatrici con grande perizia trasportano la statua scendendo il ripido scalone in pietra lavica. Solo l’esperienza dei più navigati, compensando l’emozione delle donne e dei più giovani, eviterà ad un certo punto il peggio.
Apre il corteo Carmine, imbracciando lo stendardo rosso, seguono i bambini in veste bianca, subito dietro la banda in divisa scura, poi i chierichetti nella caratteristica vestina ed infine i portatori che trasportano il Santo ed anticipano la folla di fedeli. Via Roma, via Marconi, via Degli Astronauti. San Sebastiano raggiunge le case di coloro che, per un motivo o l’altro, hanno problemi a recarsi nella sua dimora abituale. Così tanti anziani ed ammalati lo salutano emozionati affacciati ai loro balconi o dietro il vetro di una finstra. Qualcuno scende in strada ed attende, sfidando il freddo. In fondo è questo il senso più profondo della Processione: donare speranza e conforto a chi è messo a dura prova dalla vita. Per molti è l’occasione per far festa in famiglia. In tanti ne approfittano per invitare parenti ed amici a pranzo. Le lasagne fumanti, tempestate di polpettine, fanno bella mostra nelle cucine pasticciate di un disordine felice.
Bianchina, la nonna buona dai capelli d’argento, si avvicina alla statua per accarezzarne le gambe ed inserire nell’urna una busta. Contiene certamente un’offerta e perchè no un messaggio destinato al Santo e ad arrivare lontano. Il Sindaco di Ercolano Bonajuto si unisce intanto al corteo portando gli omaggi del comune che rappresenta. Percorriamo insieme via Masseria del Monaco Ajello, una strada stretta sormontata dal maestoso Vesuvio imbiancato. San Sebastiano lo osserva imperturbabile, memore dei trascorsi burrascosi di quel gigante, delle sue ire che in più di un’occasione fu chiamato a placare. In abito bianco sembra meno virulento e minaccioso: i bambini lo osservano con simpatia, gli adulti cercano di immortalare la bella immagine.
L’incontro con la comunità di Ercolano si tiene all’esterno di De Vito, lì dove una maiolica di San Giorgio che uccide il drago con la sua lancia, adorna la parete del ristorante. Le autorità ci sono tutte, non manca nessuno: c’è il nostro Sindaco Salvatore Sannino, il primo cittadino di Ercolano Ciro Bonajuto, gli assessori ed i consiglieri locali, il sacerdone della vicina chiesa. Padre Enzo fa gli onori di casa conquistando come al solito tutti con la sua spiccata simpatia.
Ai portatori spetta il compito di affrontare una prima impegnativa salita. Si tratta di via Giovanni Amendola, proseguimento di via Contrada Patacca, che segna il confine tra i due comuni, Ercolano e San San Sebastiano appunto. All’esterno delle proprie dimore molti attendono ansiosi il passaggio del Martire. Che siano dell’uno o dell’altro comune non importa. Lo attendono sull’uscio con un affetto ed una venerazione che mette i brividi. I bambini sono eccitati perchè issati dai genitori di li a poco potranno abbracciarlo, gli occhi dei più anziani sono lucidi.
La discesa di via Falconi è impegnativa e veloce. In men che non si dica arriviamo in via Principessa Margherita. Qui, ad attendere l’arrivo della Processione, un folto grupo di donne e l’immancabile suor Aliberta con le sue caramelle. Padre Enzo consiglia di mangiarle con attenzione e con moderazione perchè datate. Scherza ovviamente strappando a tutti un sorriso. Rinfocillati dalle caramelle, dall’acqua, dai torroncini e dall’affetto delle suore del convento Verolino, ci mettiamo nuovamente in marcia per percorrere via Palmieri. La strada è molto ripida, ma anche qui, il calore e l’affetto della gente che costringono i portatori a soste continue, trascinano rapidamente verso la cappella di San Vito.
L’incontro fra San Vito e San Sebastiano nella cappella restituita pochi anni fa ad un nuovo splendore, è denso di significati. Il buio sopraggiunge intanfo fitto per cui, dopo una sosta di alcuni minuti, ci mettiamo nuovamente in cammino. Ad attendere ci sono i bei fuochi di “Casaluca”. Poco dopo si percorre via Garibaldi per raggiungere infine via Vesuvio. Qui un’altra pausa di preghiera ed ancora fuochi d’artificio.
Riprende il cammino per Massa di Somma. Al confine, come da tradizione, i portatori di San Sebastiano cedono la statua con il Santo al gruppo di accollatori della Madonna dell’Assunta. Sono loro a portare il Martire, percorrendo la via Tullio Boccarusso, all’esterno della chiesa di Massa di Somma, dove un tavolo attende il basamento con la statua lignea. E’ il sacerdote di Massa a prendere la parola ringraziando e benedicendo i presenti e consegnando a Padre Enzo una busta bianca contenente un contributo per la chiesa e l’invito per un incontro che si terrà con Papa Francesco.
Partiti da Massa e riconsegnato il simulacro sulle spalle dei legittimi portatori, percorriamo via Piromallo per poi deviare verso Parco del Sole. Qui il pensiero corre lontano, ad Armando e Carmen scomparsi prematuramente. L’incontro con la comunità di Cercola offre l’occasione per una nuova sosta ed un nuovo momento di raccoglimento. Non resta che raggiungere il Santuario presso il quale è previsto l’arrivo del Cardinale Crescenzio Sepe, già cittadino onorario del nostro comune.
Il Cardinale arriva pochi minuti prima del corteo . Ad accoglierlo Padre Gaetano Borrelli che lo attende sull’uscio del Santuario. Il gruppo dei chierichetti arriva poco dopo, disponendosi sulle scale a formare un cordone. Sopraggiunge dunque San Sebastiano che, dopo la tradizionale “camminata ondeggiante”, viene posizionato a guardare la folla, con le spalle rivolte al cardinale.
Crescenzio Sepe, come di consueto, tiene un bel discorso in cui esalta l’operosità di Padre Enzo definito da lui un “Vulcano Buono”. Dopo lo spettacolo pirotecnico, i portatori si preparono per l’ingresso di San Sebastiano in chiesa.
Termina così una giornata molto bella di fede e tradizione. Abbiamo anche cercato di raccontarla in diretta, attraverso i video trasmessi sulla nostra pagina Facebook. In molti ci hanno ringraziato e salutati da lontano. Addirittura parole di gratitudine sono arrivate dal Canada, dalla Francia, dalla Svizzera, e da diverse regioni italiane. Sono quelle dei nostri numerosi concittadini che ora vivono lontani ma non dimenticano le proprie origini. Dispiaciuti per non essere con noi nella folla di gente hanno potuto almeno sentirsi vicini a noi col cuore. Li abbiamo immaginati lì al PC, in attesa della prossima diretta e di volti noti. Il bello della tecnologia ben usata. Parte dei frammenti video trasmessi uniti ad alcuni inediti, sono stati montati a formare un bel filmato che abbiamo pubblicato sulla nostra pagina YouTube e su Facebook, e che vi suggeriamo di vedere. A San Sebastiano, la domenica che segue il giorno 20, non esistono divisioni, nè confini, tutti si uniscono nel calore e nell’affetto del Santo trucidato con le frecce, che salva le vite, unisce i cuori, dona speranza e tiene a bada il temibile Vesuvio.
Viva San Sebastiano.