Autore Immagini e Testo | Ciro Teodonno |
Nome Sentiero | Il Fiume di lava |
Numero Sentiero | 9 |
Colore Identificativo | Malva |
Lunghezza | 1,039 km (A/R) |
Dislivello medio | 25 m |
Tempo di percorrenza medio | 1h (A/R) |
Difficoltà | E-CAI (escursione semplice) |
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Per accedere al sentiero numero nove si può seguire lo stesso itinerario che da San Sebastiano al Vesuvio ci conduce al numero otto. Un’alternativa può essere invece quella di entrare dall’ingesso che il percorso ha sulla strada provinciale (a quota 572 m), più o meno all’altezza dell’Osservatorio e di ciò che rimane dell’Hotel Eremo (c’è un ristorante in disuso e un uno spiazzo utile come parcheggio nelle immediate vicinanze). Da qui, in discesa, raggiungiamo facilmente il piccolo spiazzo, corredato di segnaletica (semidistrutta da intemperie e vandalismo), che coincide col punto d’arrivo del precedente sentiero. S’imbocca dunque la stradina a monte che, in questo caso incontriamo sulla nostra destra (altrimenti, in salita, sarà giusto di fronte). Dopo poco questa si trasforma in discesa che tra la folta vegetazione, prevalentemente lecci e robinie, si apre gradualmente fino a farlo completamente sulla spettacolare colata lavica del 1944 (dopo 530 m e a quota 517 mslm) .
In questo luogo, conosciuto anche come il fosso della Vetrana per la presenza di una chiesetta dedicata al culto mariano omonimo e della quale oramai se ne sono perse le tracce, il giorno 19 marzo 1944, tracimò il magma incandescente proveniente da uno dei tre flussi lavici principali fuoriusciti dal cratere (uno meridionale esauritosi a quota 350 e l’altro in direzione nord e il terzo fermatosi a presso la pineta del Tirone). In maniera lenta ma inesorabile (300 m / h) la colata settentrionale, seguendo il tragitto delle lave del 1855 e del 1872, raggiunse gli abitati di San Sebastiano e Massa di Somma, ricoprendone i due terzi del loro territorio. Il flusso colpì le prime case all’alba del 21 marzo, fermandosi definitivamente solo il giorno dopo. Una lingua di fuoco deviò dal suo cammino principale in direzione Lave Novelle (Ercolano) ma s’arrestò poco prima che di raggiungere la Stazione-Centrale Elettrica della Ferrovia Vesuviana (l’attuale Cook).
Lo scenario odierno lascia solo in parte immaginare l’inferno del 1944, la vegetazione rigogliosa colora e profuma tutto il fiume pietrificato, lo stereocaulon vesuvianum, un lichene autoctono, ha colonizzato con argentee foglioline le dure pietre laviche, ne ha roso lentamente la struttura, creando il primo humus ideale perché le piante colonizzatrici attecchiscano. Oggi ginestre, valeriana ed elicriso rendono questo luogo tutt’altro che infernale. Il panorama che ci si presenta è realmente di quelli più belli delle nostre passeggiate; la colata multicolore davanti a noi, a settentrione e a occidente Napoli, il golfo, le isole e tutto il suo hinterland sono facilmente distinguibili da questo splendido balcone naturale. Più in basso si intravedono San Sebastiano e Massa e in particolar modo via Luca Giordano che, al confine dei due centri, segna con una netta linea retta l’ovest, proprio dove la lava, perdendo la sua spinta, risparmiò l’abitato di Cercola. Il percorso prosegue sulla pietra lavica fino a interrompersi ai margini quasi impenetrabili del bosco del Molaro; all’ombra di una roverella (dopo 870 m) contempliamo la meraviglia di cui siamo partecipi e prendiamo la via del ritorno. Prima di rientrare nella boscaglia da cui proveniamo volgiamo lo sguardo a sinistra (Est) e, a monte, scorgeremo la sommità del cratere che appena affiora, coperto sulla sinistra dal duomo lavico di Colle Umberto. A destra osserviamo poi la sede storica dell’Osservatorio Vesuviano, un edificio rosso situato sulla collina del Salvatore, il più antico osservatorio vulcanologico del mondo, fondato nel 1841 da Ferdinando Il di Borbone, anche se oggi la sua funzione è prevalentemente museale ( il centro di sorveglianza è attualmente a via Diocleziano a Napoli). Raggiunto nuovamente lo spiazzo prenderemo la nostra strada sia essa quella che va a monte sia quella che scende a valle del sentiero.
*La traccia GPS include sia il tracciato del sentiero n°8 che quello del n°9