La difesa dell’ambiente ed il verde erano il “credo” di Raffaele Capasso, Sindaco della ricostruzione. Voleva ricoprire la lava di piante e fiori e ci riuscì, aiutato nell’impresa dall’Architetto ed amico Lorenzo Pagliuca.
Quella di San Sebastiano fu anche la sfida di una cittadina contro il cemento selvaggio che a fiumi scorreva in molti paesi della provincia. Una sfida vinta a colpi di piantumazioni: pini, cipressi, prunus, oleandri.
A distanza di anni molte di quelle piante, allora piccole ed innocue, sono cresciute a dismisura e, complice la mancanza di manutenzione e di una corretta gestione del territorio, hanno creato problemi di diverso tipo. In particolare, se si considera la specie pinus pinea, diffusa su larga scala, le radici affioranti hanno danneggiato in più occasioni i marciapiedi, le pigne costituito pericolo per i passanti. Basta questo per invertite una tendenza positiva e rivoluzionaria, cominciata più di 60 anni fa? Forse no, nemmeno questo è sufficiente. Soprattutto se gli abbattimenti cominciano ad essere selvaggi e a non seguire la logica del rimpiazzo con nuove specie arboree meno invasive.
In molti hanno gioito quando si pubblicò nel mese di febbraio il regolamento per il patrimonio arboreo comunale che tra l’altro all’art.6 prevede l’obbligo di nuove piantumazioni. Un valido strumento di tutela se fosse applicato e se a prevalere non fosse di frequente la spinta populista – molti giudicano i pini invasivi, pericolosi e soffocanti – e la prospettiva miope di un risparmio gestionale nel lungo periodo.
L’abbattimento andrebbe vincolato contestualmente all’impegno di spesa per nuove piantumazioni, a meno di casi di estrema pericolosità per l’incolumità pubblica. Conditio sine qua non. Una voce del bilancio andrebbe prevista ed aggiunta a tal proposito.
Ripiantare nuovi alberi deve dunque diventare obbligatorio non solo su carta. Ad occuparsene devono essere figure esperte, sia per valutare le giuste specie da impiantare, sia per ridefinire le distanze. L’esperienza ci insegna che il rapporto 1:1 non è quello corretto, soprattutto per alberi ad alto fusto.
Senza l’applicazione di questi semplici criteri deve essere VIETATO procedere a nuovi tagli.
In foto i recenti abbattimenti inseriti nel piano di ristrutturazione del sottopasso. La lingua di grigio cemento non è di certo la corretta soluzione.