Sul Vesuvio ormai ci stiamo davvero abituando a leggere di tutto. Di spazzatura mediatica ce n’è tanta, definibile tale non solo per la dubbia qualità dei contenuti, ma soprattutto per la palese volontà di speculare su un tema serio e delicato, quello del rischio connesso alla vulnerabilità del territorio vesuviano.
In tempi di magra come questi, non sono solo blog improvvisati a farsi portatori di allarme e mala informazione, ma addirittura testate blasonate ed autorevoli, da cui ci aspetteremo un approccio meno semplicistico e più responsabile. Ma si sa, di fronte ai click ed alle prospettive di guadagno, non c’è etica che tenga.
Il rientro delle vacanze è così scandito dall’ennesima notizia bomba: “Napoli, allarme Vesuvio. Due vulcanologi italiani lanciano l’allarme eruzione, tre milioni di persone sono a rischio.”
Ed allora pensi inevitabilmente: “Che sfiga! Proprio adesso che sto rientrando. Non poteva eruttare prima?”.
A fare un’ottima sintesi del fenomeno è l’antropologo Giovanni Gugg che, partendo dalle notizie di oggi, ha pubblicato un interessante articolo dal titolo emblematico: “Allarme Vesuvio; e ho detto tutto”.